(pubblicato sul quotidiano Alto Adige del 28 gennaio 2014 col titolo “La bilancia della legge elettorale”)
Non esistono leggi elettorali perfette. In quanto strumenti per tradurre i voti in seggi, si tratta comunque di operazioni di semplificazione e approssimazione, che devono bilanciare tra principi astratti come la democraticità e la governabilità. Quale sia il giusto bilanciamento dipende da molti fattori, a partire dal sistema politico sottostante. In un contesto come quello italiano, evidentemente, tale bilanciamento è un’operazione assai diversa rispetto ad altri ordinamenti, che hanno sistemi politici più strutturati.
Il testo nasce da un compromesso tra i due maggiori partiti, in cui ciascuno ha introdotto il proprio cavallo di battaglia: il doppio turno per il PD, le liste bloccate per Forza Italia, con piccole concessioni per i partiti minori disposti a entrare in coalizioni (il riparto nazionale dei seggi e soglie di sbarramento più basse per le liste coalizzate). L’obiettivo dichiarato è garantire la maggioranza in capo ad una coalizione (attraverso il premio o il secondo turno) e ridurre il potere di veto dei partiti più piccoli.