via forumcostituzionale.it: “Stato delle autonomie vs. governo della burocrazia”

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Spunti di estremo interesse, e lo dico da tecnico…

(Riporto l’intervento di Roberto Bin al Seminario del Gruppo San Martino su “Un nuovo assetto costituzionale per le autonomie?”, 8 novembre 2013; in corso di pubblicazione su “Le Istituzioni del Federalismo”)

Stato delle autonomie vs. governo della burocrazia
di Roberto Bin

1. Nel mio intervento non parlerò delle province, nonostante molto vi sarebbe da dire; non parlerò dei “saggi” nominati dal Governo, anche perché alcuni sono qui e ci stanno ascoltando; non parlerò delle riforme costituzionali; non parlerò del Titolo V della Costituzione e non parlerò della giurisprudenza costituzionale che su di esso si è sviluppata.
Cercherò invece di rispondere brevemente alle tre domande che sono state poste nella lettera di invito. Prima domanda: la crisi economica condurrà ad un totale ridimensionamento dell’autonomia o ad un più maturo federalismo? Seconda domanda: occorre riscrivere la Costituzione? Terza domanda: occorre un nuovo statuto costituzionale delle autonomie?
Alla terza domanda risponderò “sì”; alla seconda domanda risponderò “no”, spiegando i motivi di questa apparente contraddizione; con riferimento alla prima domanda, invece, la questione è più complessa e, pertanto, il discorso sarà più lungo.
2. Siamo invitati a riflettere su un preciso quesito: bisogna rilanciare o ridimensionare le autonomie? Prima di rispondere a tale domanda, tuttavia, vorrei formularne una ulteriore, che mi sembra prioritaria: ma di quali autonomie stiamo parlando?
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Democrazia più ricca se si partecipa

foto 2011(pubblicato sul quotidiano Alto Adige del 16 novembre 2013)

Quasi in silenzio si è celebrato in Italia il più grande esperimento di democrazia partecipata mai tentato finora in Europa. Si è chiusa infatti la consultazione online lanciata alcuni mesi fa dal Governo in tema di riforme istituzionali, denominata “piattaforma partecipa”. Nonostante il ritornello secondo cui “i problemi sono ben altri” e “questi temi non interessano la gente”, oltre 203.000 persone hanno risposto al questionario, dedicando alla sua compilazione in totale 4 milioni di minuti, senza contare il tempo necessario per prepararsi e riflettere.

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Marco Cammelli: “Regioni e regionalismo: la doppia impasse”

UnknownIn un testo di rara chiarezza, Marco Cammelli analizza il “cono d’ombra” in cui sono finite le regioni italiane, e spiega le ragioni profonde della crisi del sistema regionale in Italia. Ne emerge con chiarezza la necessità di un’idea del ruolo, delle funzioni e della natura delle regioni che purtroppo manca. Inoltre, i cambiamenti strutturali degli ultimi tempi hanno reso obsoleto anche il modello delineato, con mille imperfezioni, dalla riforma del 2001, che ancora presume la centralità del pubblico e l’equivalenza tra potere pubblico e tutela degli interessi generali, messe in discussione dal trasferimento di importanti funzioni regolative a soggetti nuovi e diversi dal pubblico.

Una lettura tecnica ma di estrema utilità per comprendere le sfide del sistema regionale e il il “bisogno di regione” per garantire un efficace modello di governo.

M. Cammelli: Regioni e regionalismo: la doppia impasse, in Le Regioni 4/2012, pp. 673-710 (anche in: http://www.rivisteweb.it/doi/10.1443/73176)

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Centralismo e secessione. Importante opinione del Comitato delle Regioni dell’UE

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In un’articolata opinione dello scorso 12 aprile, il Comitato delle Regioni dell’Unione europea ha preso posizione su due importanti aspetti relativi ai rapporti tra Stati e enti substatali.
Il primo tema ha attirato la maggiore attenzione mediatica, ma nel merito si limita semplicemente a ribadire posizioni ampiamente acquisite nel diritto internazionale e dell’Unione europea: il Comitato ha infatti ricordato che questioni riguardanti eventuali richieste di indipendenza di alcuni territori vanno risolte nel diritto interno di ciascuno Stato membro e che eventuali nuovi Stati che dovessero nascere non sarebbero automaticamente ammessi all’Unione europea ma dovrebbero passare attraverso il normale procedimento di ammissione.
Più significativa appare invece la posizione assunta dal Comitato delle Regioni in relazione alle tendenze centralizzatrici che si sono registrate negli ultimi anni in diversi Stati membri. Il Comitato rileva con preoccupazione come in molti Paesi le difficoltà economiche abbiano comportato un accentramento di poteri e di controlli da parte degli Stati centrali, quasi a voler indicare che il decentramento è sinonimo di costi. Molto opportunamente, il Comitato ricorda invece che le Regioni sono non il problema ma la soluzione alla crisi economica, e che l’autonomia è di regola motore di sviluppo.
I pareri del Comitato delle Regioni non sono vincolanti, ma hanno, specie in queste materie, un forte significato politico e interpretativo.

Sintesi del documento in: http://cor.europa.eu/it/news/pr/Pages/regional-independence-movements-state-matters.aspx

Documento completo in: http://www.toad.cor.europa.eu/ViewDoc.aspx?doc=cdr%5ccivex-v%5cdossiers%5ccivex-v-034%5cEN%5cCDR2214-2012_00_00_TRA_PAC_EN.doc&docid=2901535