Palermo: “Le autonomie speciali non sono il problema ma la soluzione”

In Senato è in corso la seconda lettura della legge che avvia il percorso di riforma costituzionale. Nel suo intervento in Aula, il senatore Francesco Palermo ha richiamato in particolare l’attenzione sulla diffusa ed errata convinzione che il decentramento sia stato una delle cause delle difficoltà istituzionali ed economiche del Paese. “Tutti concordano sul fatto che la riforma costituzionale del 2001 non abbia prodotto buoni risultati, vuoi perché alcune regioni hanno forzato troppo i limiti delle proprie competenze, vuoi perché molte, invece, non le hanno sapute sfruttare. Ma se si pensa di poter migliorare il sistema ricentralizzando le competenze si sbaglia profondamente”.
Il senatore Palermo ha sottolineato, tra l’altro, il ruolo positivo delle autonomie speciali. “Queste sono troppo spesso viste come eccezione da tollerare. Dimenticando che invece rappresentano il 20% delle regioni, il 15% della popolazione e quasi il 25% del territorio nazionale, e che spesso costituiscono modelli di buona amministrazione, utili anche per il resto del Paese”. “Una riforma dei rapporti Stato-Regioni è indispensabile, ma questa dovrebbe prevedere non competenze vaghe e generali, che favoriscono l’accentramento, quanto piuttosto un catalogo dettagliato di materie per individuare con chiarezza chi fa cosa”, conclude Palermo.

Federalismo e Alto Adige

Francesco Palermo illustra il potenziale del federalismo come strumento di governo, sia in generale, sia in riferimento all’Alto Adige. “Si tratta di gestire la complessità delle decisioni rendendole partecipative ed efficienti”, come emerge dal convegno organizzato a Bolzano dall’associazione internazionale che raggruppa tutti i centri che studiano questo problema nel mondo. “La ricerca può offrire soluzioni concrete alla gestione della complessità”.

Autonomia, crisi, scuola: Francesco Palermo risponde

La crisi economica mette in crisi anche l’autonomia. Francesco Palermo illustra come il decentramento di competenze possa contribuire a risolvere alcuni problemi economici. “L’autonomia è la soluzione, non il problema.” Quanto alla proposta di scuole separate per i bambini stranieri, nonostante sia positiva l’apertura ad una interpretazione flessibile dello statuto di autonomia (art. 19), non sembra giuridicamente percorribile. Infine Francesco Palermo sarà membro anche della commissione bicamerale per la semplificazione amministrativa.

Marco Cammelli: “Regioni e regionalismo: la doppia impasse”

UnknownIn un testo di rara chiarezza, Marco Cammelli analizza il “cono d’ombra” in cui sono finite le regioni italiane, e spiega le ragioni profonde della crisi del sistema regionale in Italia. Ne emerge con chiarezza la necessità di un’idea del ruolo, delle funzioni e della natura delle regioni che purtroppo manca. Inoltre, i cambiamenti strutturali degli ultimi tempi hanno reso obsoleto anche il modello delineato, con mille imperfezioni, dalla riforma del 2001, che ancora presume la centralità del pubblico e l’equivalenza tra potere pubblico e tutela degli interessi generali, messe in discussione dal trasferimento di importanti funzioni regolative a soggetti nuovi e diversi dal pubblico.

Una lettura tecnica ma di estrema utilità per comprendere le sfide del sistema regionale e il il “bisogno di regione” per garantire un efficace modello di governo.

M. Cammelli: Regioni e regionalismo: la doppia impasse, in Le Regioni 4/2012, pp. 673-710 (anche in: http://www.rivisteweb.it/doi/10.1443/73176)

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Centralismo e secessione. Importante opinione del Comitato delle Regioni dell’UE

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In un’articolata opinione dello scorso 12 aprile, il Comitato delle Regioni dell’Unione europea ha preso posizione su due importanti aspetti relativi ai rapporti tra Stati e enti substatali.
Il primo tema ha attirato la maggiore attenzione mediatica, ma nel merito si limita semplicemente a ribadire posizioni ampiamente acquisite nel diritto internazionale e dell’Unione europea: il Comitato ha infatti ricordato che questioni riguardanti eventuali richieste di indipendenza di alcuni territori vanno risolte nel diritto interno di ciascuno Stato membro e che eventuali nuovi Stati che dovessero nascere non sarebbero automaticamente ammessi all’Unione europea ma dovrebbero passare attraverso il normale procedimento di ammissione.
Più significativa appare invece la posizione assunta dal Comitato delle Regioni in relazione alle tendenze centralizzatrici che si sono registrate negli ultimi anni in diversi Stati membri. Il Comitato rileva con preoccupazione come in molti Paesi le difficoltà economiche abbiano comportato un accentramento di poteri e di controlli da parte degli Stati centrali, quasi a voler indicare che il decentramento è sinonimo di costi. Molto opportunamente, il Comitato ricorda invece che le Regioni sono non il problema ma la soluzione alla crisi economica, e che l’autonomia è di regola motore di sviluppo.
I pareri del Comitato delle Regioni non sono vincolanti, ma hanno, specie in queste materie, un forte significato politico e interpretativo.

Sintesi del documento in: http://cor.europa.eu/it/news/pr/Pages/regional-independence-movements-state-matters.aspx

Documento completo in: http://www.toad.cor.europa.eu/ViewDoc.aspx?doc=cdr%5ccivex-v%5cdossiers%5ccivex-v-034%5cEN%5cCDR2214-2012_00_00_TRA_PAC_EN.doc&docid=2901535