Amnistia, indulto e strumentalizzazioni

foto 2011(pubblicato sul quotidiano Alto Adige del 17 ottobre 2013 col titolo “Le polemiche strumentali sull’amnistia”)

Sono tanti, troppi i motivi per cui in Italia le riforme sono quasi impossibili. Uno di questi è la strumentalizzazione preventiva delle idee, con le sue conseguenze di dietrologia, banalizzazione e conflittualità pregiudiziale. Si tratta di un fenomeno perverso, alimentato dal circolo vizioso tra politica e comunicazione, che premia i politici che parlano per slogan, sotto la spinta di messaggi banali e ideologici, e abbassa drammaticamente la capacità critica della società tutta. Un esempio emblematico è l’attuale dibattito sull’ipotesi di una legge di amnistia e / o indulto.

La questione è stata portata all’attenzione del Parlamento da un messaggio formale del Presidente della Repubblica (il primo in sette anni di Napolitano), stimolato a sua volta da alcune importanti sentenze delle corti europee dell’ultimo anno. Tra queste, in particolare, quella della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha ritenuto degradanti le condizioni delle carceri italiane. Come quasi sempre accade nel Paese dei veti, si sono subito create fazioni ideologiche contrapposte. Terreno di battaglia in un caso i principi (è giusto un provvedimento che faccia uscire un buon numero di detenuti?), nell’altro la solita contingenza politica (ne beneficerebbe Berlusconi?). Problemi seri vengono così banalizzati prima di essere affrontati e possibili soluzioni sono vanificate a priori, perché qualsiasi decisione si prenda ci si trova di fronte all’impossibilità di ragionare con distacco. E infatti piovono dichiarazioni da ogni parte senza che esista ancora alcun testo su cui pronunciarsi…

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