Di minoranze, indifferenza e speranza

(pubblicato sul quotidiano Alto Adige del 29 agosto 2018)

Nel gennaio 2016 oltre mille intellettuali turchi firmano una petizione intitolata “non saremo complici di questo crimine”, un appello al governo di Ankara a fermare le operazioni militari nel sudest del Paese, la zona di insediamento della (non riconosciuta) minoranza curda. La petizione invita a trovare una soluzione pacifica e non militare per le zone curde, ma irrita il governo del Presidente Erdogan, specie perché non menziona il ruolo del partito comunista del Kurdistan (PKK), ritenuto da Ankara un’organizzazione terroristica, unica responsabile del conflitto. L’invito viene bollato come fazioso e unilaterale, e i suoi firmatari sono ritenuti complici dei terroristi e dunque dei traditori. Oltre 300 di loro sono professori e ricercatori di università pubbliche, soggetti al vincolo di fedeltà alla costituzione, e vengono per questo rimossi dal servizio.

Tra questi vi è Ulas, professore all’università di Mersina, nell’Anatolia meridionale. Ulas è curdo, ma non certo un simpatizzante del PKK. Quando aveva cinque anni, suo padre, militare dell’esercito turco, è stato ucciso dal gruppo separatista Apocular, che sarebbe poi diventato il PKK, il partito guidato da Abdullah Öcalan. Come gli altri firmatari, Ulas riteneva che solo il dialogo pacifico avrebbe potuto risolvere lo strisciante conflitto nel Kurdistan turco e che la repressione avrebbe portato solo a ulteriore violenza.

La situazione si aggrava ulteriormente in seguito al misterioso tentativo di colpo di stato in Turchia nell’estate del 2016. La repressione che ne deriva colpisce 145mila dipendenti pubblici, compresi oltre 5000 accademici, licenziati in tronco con un decreto emergenziale. Tra questi Ulas e gli altri professori già rimossi per la petizione. In un unico calderone vengono messi tutti i personaggi sgraditi, ‘nemici’ del governo (dello Stato, del popolo, dell ‘nazione’, la purga equipara tutto). Molti emigrano, specie in Germania. Anche la moglie e i figli preadolescenti di Ulas. Nonostante alcune offerte da università straniere, lui decide di restare, anche prima che gli venga tolto il passaporto, come a tutti gli altri. Andarsene è come abbandonare il campo e riconoscere la sconfitta. E l’ideale di pace non può essere sconfitto, altrimenti non vale la pena di vivere.

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Intervista sulla campagna nazionale a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per il riconoscimento della minoranza storico-linguistica dei Rom e dei Sinti. Radio Radicale


Per ascoltare l’intero servizio: http://www.radioradicale.it/scheda/432200/servizio-sulla-conferenza-stampa-se-mi-riconosci-mi-rispetti-campagna-nazionale-a-sostegno-della-proposta-

Ancora il caso Berlusconi, il vero lavoro e diritti umani

Nonostante l’attenzione mediatica sia concentrata sul caso Berlusconi, il lavoro parlamentare prosegue con grande intensità. Francesco Palermo illustra i temi di cui si sta occupando, tra cui i provvedimenti in tema di cultura, diritto penale e trattati internazionali. Particolare attenzione è dedicata a diversi aspetti della tutela dei diritti umani, tra cui il riconoscimento di Rom e Sinti come minoranza, la libertà di cura e la Ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie.

La voce “zingari” sui moduli per le denunce di furto / “Zigeuner” auf dem Formblatt für Strafanzeigen

Francesco Palermo ha segnalato al presidente della Commissione diritti umani del Senato Luigi Manconi la presenza della voce “zingari” nel modulo prestampato per la ricezione di una denuncia per furto presso i Carabinieri di Pieve Ligure (GE) (link documentazione). Dalle ricerche fatte si è scoperto che la voce “zingari” non risultava soltanto nel modulo della predetta stazione, ma in quelli usati su tutto il territorio nazionale, sia dai Carabinieri che dalla Polizia.

Francesco Palermo hat kürzlich den Vorsitzenden des Menschenrechtsausschusses des Senats, Luigi Manconi, darauf aufmerksam gemacht, dass im Formblatt für die Entgegennahme von Anzeigen wegen Diebstahls in der Carabinieristation von Pieve Ligure (GE) auch die Option “Zigeuner” aufscheint (Link zur Dokumentation). Im Rahmen der Nachforschungen hat sich herausgestellt, dass nicht nur in den Formblättern der genannten Station der Hinweis “Zigeuner” aufscheint, sondern in allen Stationen auf Staatsgebiet, sowohl in jenen der Carabinieri als auch der Polizei.

rom