Due Camere in un Paese irriformabile.

foto 2011(pubblicato sul quotidiano Alto Adige del 26 giugno 2014)

Ci sono episodi che raccontano lo stato di un Paese molto più di dotti trattati. Martedì 24 giugno, Senato della Repubblica. Alle 16.30 l’ordine del giorno prevede comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del semestre di presidenza italiana dell’Unione europea.

Un appuntamento piuttosto importante, sembrerebbe. Peccato che le stesse comunicazioni fossero già state rese in mattinata alla Camera. Niente di nuovo, solo l’ennesima ripetizione del rituale del bicameralismo perfetto, che ha motivazioni più nobili di quanto spesso si sostiene nel banale discorso politico-mediatico, ma che in certe occasioni è ridicolo. Questa è una di quelle occasioni. Stesso discorso ripetuto due volte, stessi interventi dei parlamentari, stesse repliche del governo, votazione della stessa risoluzione di maggioranza, che si riporta integralmente per poterne apprezzare la pregnanza: “il Senato, udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno e sulle linee programmatiche del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea, le approva”. Diamine, questo è un sistema parlamentare…

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