
Francesco Palermo: Guardi, non parlerei di una tendenza considerando che stavolta l’astensionismo è cresciuto solo dell’1,67%. Anzi, forse possiamo dire che siamo di fronte a un fenomeno di stabilizzazione. Del resto l’affluenza è stata piuttosto alta, almeno se comparata ad altre tipologie di consultazione.
I risultati l’hanno sorpresa?
Per dire la verità in nessun modo. Avevo previsto tutto, peccato che non abbia scommesso con qualcuno su come sarebbe andata a finire.
Davvero tutto così prevedibile?
No, in realtà qualcosa che non avevo minimamente pronosticato c’è stato. Il risultato di Casapound.
A cosa pensa sia dovuto l’exploit del movimento di estrema destra?
In un certo senso la risposta è già contenuta nella domanda. Proprio perché si tratta di un movimento “estremo”, l’elettorato gli ha tributato un notevole riconoscimento. Non si tratta peraltro di un fenomeno solo locale, anche se a livello locale è stata in particolare l’offerta politica di Casapound a intercettare quest’esigenza presente un po’ ovunque (si pensi a quanto sta accadendo negli Stati Uniti con Trump). A tal proposito trovo geniale lo slogan di Angelo Gennaccaro, che si è dichiarato “estremamente normale”: un ossimoro vincente in quanto colorato da un elemento di “sobria eccessività”, anche se – nel suo caso – chiaramente paradossale.
Focalizziamo lo sguardo sui protagonisti principali delle elezioni e parliamo dei due candidati (Renzo Caramaschi e Mario Tagnin) che si affronteranno al ballottaggio. Lei crede possibile che a Bolzano si ripeterà quanto accaduto a Laives?
Ritengo che il caso di Laives rimarrà isolato, o comunque non verrà replicato molto facilmente nel capoluogo. In fondo a Laives, nonostante il governo sia di centrodestra, è la Svp a comandare. A Bolzano la questione delle deleghe e delle competenze non potrebbe essere risolta allo stesso modo. Inoltre la composizione di un governo di centrosinistra costituirebbe anche la scelta più semplice. Senza contare il riflesso che un cambiamento di prospettiva avrebbe sullo scenario nazionale, dove Matteo Renzi continua – e sicuramente continuerà ancora a lungo – a dominare. Sommando tutti questi fattori, la conferma di un’alleanza tra il Pd e la Svp appare la soluzione più probabile.